Chirurgia e tecnologie, al “Gemelli” arriva la diagnosi virtuale per i tumori della pelle

Intervista alla dottoressa Ketty Peris

Tecnologia e medicina tornano a incontrarsi in corsia all’ospedale “Gemelli” di Roma favorendo l’evoluzione delle cure e della diagnosi dei tumori della pelle. È questa l’ultima scoperta della UOC di Dermatologia del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, diretta dalla professoressa Ketty Peris, Ordinaria di Dermatologia all’Università Cattolica, e rappresentata dalla LC-OCT (Line-field Confocal Optical Coherence Tomography) strumento innovativo che consente di ‘vedere’ le lesioni della pelle più in profondità e di osservare tutti gli ‘strati’ della lesione. Il manipolo dello strumento può essere appoggiato su tutto il corpo, fatta eccezione per alcune aree più sensibili, e nell’arco di soli 15 minuti consente di analizzare ogni lesione (nevo o altra formazione). L’interpretazione della natura (benigna o maligna) della lesione sospetta è immediata e il paziente ottiene la diagnosi. Nell prossimo futuro, inoltre, questa soluzione consentirà di studiare a fondo le malattie infiammatorie della cute (si pensi, ad esempio, alle malattie bollose, come pemfigo e pemfigoide), mentre oggi sul fronte delle lesioni tumorali viene adoperata per la diagnosi di melanoma, carcinoma basocellulare, squamocellulare e cheratosi attiniche.

Dottoressa Peris come spieghiamo l’innovazione di questa soluzione diagnostica individuata?
L’LC-OCT (Line-field Confocal Optical Coherence Tomography) è uno strumento innovativo che consente di ottenere un’immagine ad alta risoluzione di tutti gli strati della cute, con dettagli fin quasi al livello delle singole cellule; in altre parole, oggi l’LC-OCT offre la possibilità di effettuare una vera e propria biopsia virtuale in maniera del tutto indolore e non invasiva. Si tratta di uno strumento che consente di osservare immagini delle lesioni cutanee sia in verticale e poi in orizzontale, e di fare anche la dermatoscopia o esame in epiluminescenza, meetodica già ampiamente utilizzata dai dermatologi. L’attuale strumentazione combina un’elevata profondità di penetrazione (simile all’OCT convenzionale) con un’alta risoluzione delle immagini permettendo di osservare l’architettura (citomorfologia) della cute nei diversi strati e la disposizione delle cellule al loro interno. Grazie alla sua capacità di produrre immagini su entrambi i piani, verticale e orizzontale, consente un’analisi tridimensionale (3D) che può rivelarsi molto utile per la valutazione di numerose malattie cutanee.

Dove viene effettuato l’esame?
In ambulatorio su soggetti di tutte le età e anche in gravidanza, su tutte le aree del corpo (tranne cuoio capelluto, pianta del piede e palmo delle mani) oltre che poter essere ripetuto nel tempo. Per l’esame sono necessari circa 15 minuti per analizzare ogni singola lesione (nevo o altra formazione), l’interpretazione della cui natura (benigna o maligna) è immediata, cosicché il paziente esce dall’ambulatorio con la diagnosi.

Si tratta di una metodica ancora oggetto di ricerca e, dunque, non ancora entrata appieno nella pratica clinica. Quali saranno le fasi successive?
L’utilizzo di tale metodica si sta facendo sempre più preponderante nell’ambito della diagnosi di tumori della pelle, quali melanoma, carcinoma squamocellulare, carcinoma basocellulare e cheratosi attiniche, nell’ambito dei quali tale strumento ha apportato un aumento della capacità diagnostica, particolarmente nei casi di difficile interpretazione. Tuttavia, è bene precisare che non ha sostituito la dermatoscopia, che continuiamo ad usare nella pratica clinica quotidiana. Infatti, eseguiamo l’LC-OCT in casi selezionati dallo specialista come metodica di II-III livello. Gli studi attualmente in corso hanno l’obiettivo di meglio definire i criteri attraverso i quali fare la diagnosi oltre nel campo della dermato-oncologia ma anche nello studio delle malattie infiammatorie cutanee. Ulteriore campo di forte interesse è l’utilizzo di questa metodica nella valutazione dell’efficacia di trattamenti topici, nella misura in cui la visualizzazione delle caratteristiche citomorfolofiche e architetturali dei vari strati della cute offre la possibilità di analizzare con maggiore precisione la risposta al trattamento in corso.

Sempre di più, di recente, ambito medico e tecnologie si incontrano garantendo alla scienza un’assoluta centralità sul fronte del progresso. È questo il caso della biopsia virtuale. In che modo fino ad oggi si identificavano i tumori della pelle?
Fino ad oggi i tumori della pelle si identificavano per mezzo dell’esame dermatoscopico, con conseguente conferma data dall’esame istopatologico, che rappresentano tutt’ora il gold standard diagnostico. Studi recenti hanno evidenziato come l’LC-OCT nell’ambito della diagnosi del carcinoma basocellulare, ad esempio, abbia aumentato l’accuratezza diagnostica del 12% rispetto al solo esame dermatoscopico. Ciò si traduce nella capacità di poter fare diagnosi precoce con ciò che ne consegue in termini di presa in carico del paziente e risvolti terapeutici. L’LC-OCT ha il potenziale per ridurre il numero di biopsie non necessarie nei casi di lesioni equivoche all’esame dermatoscopico e anche nel caso di lesioni benigne che non richiedono intervento chirurgico.

Oltre al “Gemelli” quali sono gli altri centri specialistici in Italia che possono contare su questa metodica?
Il Gemelli è in Italia uno dei pochi centri specialistici a disporre di questo apparecchio insieme ai centri di Brescia, Siena e Catania. Al momento l’Università Cattolica fa parte di un ristretto gruppo europeo, un network di collaborazione, che sta lavorando alla standardizzazione dei criteri diagnostici delle lesioni di natura tumorale e infiammatoria, attraverso questa metodica. Siamo fieri di essere tra i pionieri di uno strumento così innovativo destinato a rivoluzionare sicuramente le potenzialità diagnostiche di noi dermatologi, le sue declinazioni terapeutiche e di prevenzione.

Fonte: Health Online

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